mediterraneaL’Università non è, e non dovrebbe essere, un esamificio – una struttura, cioè, nella quale recarsi semplicemente per sostenere esami – ma un luogo in cui le conoscenze e i pareri si scontrano e si incontrano proficuamente.
In questo senso, l’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria non tradisce, come ormai da parecchio tempo, la sua funzione: continua ad aggiornare e ad aggiornarsi, rendendosi sempre più utile a chi ha intenzione di mantenere il passo con i tempi. Di importantissimo rilievo, infatti, è stato l’incontro dal titolo “Brexit, Referendum in Catalogna ed Unione europea”, tenutosi oggi, 7 ottobre, presso le aule del Dipartimento di Giurisprudenza ed Economia. L’iniziativa è stata organizzata dal prof. Angelo Viglianisi Ferraro in collaborazione con il MICHR (Mediterranea International Center for Human Rights Reaserach) e con il Master internazionale in Diritto privato europeo dell’Università reggina: due realtà di cui questi è direttore.
Il convegno ha visto la partecipazione di due importanti studiosi del diritto spagnolo: il prof. Jordi Nieva Fenoll (professore di diritto processuale della Universitat de Barcelona, docente in diverse università europee e sudamericane, e relatore in più di 80 convegni internazionali) ed il prof. Gabriel Martín Rodríguez (professore di diritto internazionale presso la Universidad Rey Juan Carlos e direttore del Master de Acceso a la Abogacia della Universidad Europea de Madrid). L’iniziativa si è proposta l’arduo compito di illustrare ed analizzare le ragioni del referèndum de autodeterminación de Catalunya, mettendo a confronto due giuristi con posizioni contrastati: da una parte, infatti, a favore dell’indipendenza della Catalogna, è intervenuto il prof. Jordi Nieva Fenoll; dall’altra, a sostenerne l’irrealizzabilità, il prof. Gabriel Martìn Rodrìguez.
I due ospiti hanno condotto con grande eleganza, particolare precisione tecnico-giuridica ed in perfetto italiano, un dibattito che, visto l’argomento, avrebbe potuto presentare non poche insidie.
La discussione ha preso le mosse dalle ragioni storico-culturali del referendum, passando poi per gli interessi e le motivazioni politico-partitiche in gioco, approdando, infine, al tema più squisitamente tecnico: il valore giuridico del referendum.
Le conclusioni alle quali si è giunti grazie a questo incontro non fanno altro, purtroppo, che evidenziare la difficoltà di pervenire a posizioni comuni: sebbene i due professori siano ben consci della dubbia validità giuridica del referendum, è sul terreno della sua rilevanza sociale e sulle modalità di approdare ad un accordo che il dibattito si anima.
L’iniziativa, ideata in particolare per gli studenti di giurisprudenza, ha registrato una grande adesione anche di ragazzi appartenenti a differenti corsi di studio.
I presenti hanno partecipato al dibattito con domande particolarmente interessanti e puntuali che hanno ricevuto prontamente risposta dagli interlocutori.