enza bruno bossioParla di democrazia e di modernità la deputata piddina calabrese, che guarda alla doppia preferenza come ad un arricchimento della politica regionale e non ad uno spauracchio  matematico di giochi all’ultimo voto. Si sa, quando la data delle elezioni si avvicina cominciano le frenesie degli equilibri e dei posti da conquistare. Non deve accadere però in vista della prossima analisi del Consiglio sulla doppia preferenza, analisi che, come dice la deputata, va oltre il Consiglio e investe tutta la società calabrese:

 

 

Ci sono molte buone ragioni che devono indurre il Consiglio regionale calabrese ad adottare la doppia preferenza di genere all’interno della legge elettorale regionale.

Quella che con tante donne calabresi stiamo affrontando, infatti, non è una battaglia ideologica ma è uno sforzo democratico e di modernità– che stiamo compiendo affiancate da istituzioni, partiti, associazioni e articolazioni sociali – in nome di una emancipazione culturale e di una sana affermazione di una democrazia compiuta, all’interno della quale le diversità trovano un giusto bilanciamento e la prospettiva femminile diventa un fattore qualificante e di arricchimento.

In realtà, il dibattito – che sta crescendo nella nostra regione – merita uno spazio al di là dell’aula del Consiglio e punta a migliorare il dialogo sui temi della parità non solo dentro alle istituzioni ma nel complesso del nostro vissuto.

Su questa impostazione, abbiamo ritrovato il sostegno pieno del presidente della Regione, Mario Oliverio, nel corso della riunione dei giorni scorsi dedicata all’introduzione della doppia preferenza e al necessario adeguamento della legge elettorale calabrese al quadro normativo costituzionale e ordinario.

Non sfugge, infatti, il dato giuridico: ferma restando l’autonomia che connota tutti i Consigli regionali, a spingerci verso una legge elettorale paritaria vi sono ragioni di complessiva coerenza normativa e di rispetto di un principio di eguaglianza formale e sostanziale sancito dalla nostra Carta costituzionale. Perché a questo sottende la norma: garantire definitivamente uguali condizioni di partenza per l’effettiva partecipazione delle donne alle cariche elettive“.

Enza Bruno Bossio

Deputata Pd