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Motocicletta su misura. 

Ognuno di noi è un individuo a sé, dalle caratteristiche e dai gusti più disparati. Il mondo del motociclismo non è certo diverso. Moto e personaggi di ogni genere, ognuno arrivato in questo mondo per percorsi differenti. Il super sportivo, il viaggiatore, il rocker e chi più ne ha più ne metta. Questo ha dato origine sin dall’inizio alla personalizzazione delle motociclette.

Certo con il termine “custom” siamo abituati ad associare più i modelli delle moto americane ma una cosa del genere succedeva anche in Inghilterra, con le cafè racer e in ogni luogo dove fosse presente una motocicletta. In questi ultimi anni abbiamo assistito ad un recupero di motociclette anni ’70 e in seguito anche ’80 e ’90.

Non tutti i restauri però sono fatti per ripristinare il mezzo alle condizioni di fabbrica, spesso a causa di problemi burocratici o per difficoltà a reperire i ricambi originali, e alla fine si opta per la creazione di una special o cafè racer. Le modifiche alle moto esistono sin dalle origini del mezzo stesso, lo abbiamo già detto, basti pensare che prima non esistevano tutte le tipologie che conosciamo oggi, ogni idea partiva da una stessa base e da lì sostituendo gomme, faro, sella e serbatoio si aveva un modello molto diverso da quello originale. Tra le più famose tipologie, i chopper che nascono intorno agli anni ’50 in California dalla modifica dell’inclinazione del cannotto di sterzo, per intenderci le moto di Easy Rider, e le scrambler dallo “scambio” di pezzi di varie motociclette, le prime moto da enduro. E da lì un susseguirsi di variazioni che ognuno creava per le proprie esigenze. Le case produttrici, ad esempio, seppero qualche anno fa cogliere al volo le opportunità dei dati di vendita e creare modelli ad hoc già pronti, con modelli tecnologicamente avanzati ma dalle linee che ricordano le fortunate motociclette anni ‘70. Pur avendo un aspetto da special però è sempre un preconfezionato, e prima o poi a tutti viene la scintilla della modifica, si inizia spesso con la sostituzione degli specchietti, poi si passa al parafango e al porta targa, o a kit.

Il problema che tutti sottovalutano è che in Italia ogni minima modifica al mezzo (anche gli indicatori di direzione) va inserita sul libretto di circolazione dopo aver superato un esame di revisione presso la motorizzazione. Oltre al costo economico della pratica, bisogna mettere in conto il dispendio di energie a cui spesso si va incontro con le affannose questioni burocratiche, che fanno desistere dal seguire le regole, creando dei mostri magari esteticamente accattivanti ma che al primo semplice controllo fa venire tutti i nodi al pettine. Altro punto a sfavore delle modifiche è che spesso vengono tagliuzzati telai, sagomate plastiche, riverniciati motori, e tutto questo in malo modo, considerando che la maggior parte di questi lavori vengono fatti in fai da te con poca accortezza e molta improvvisazione. Molti sono i preparatori che oggigiorno ti confezionano la tua moto su misura ed è preferibile sempre rivolgersi a chi è del mestiere, quantomeno per avere la certezza (si spera) che il lavoro sia stato fatto a regola d’arte e con conoscenze tecniche adeguate non solo per superare i controlli, ma per avere un mezzo che sia tecnicamente efficiente e sicuro. Importante in moto è la sicurezza prima di ogni cosa, per sé e per gli altri, spesso purtroppo elemento sottovalutato, che fa apparire la moto come un mezzo erroneamente pericoloso; pericoloso invece è il modo che si ha nel rapportarsi con essa, sottovalutando elementi come prevenzione, manutenzione ed efficienza.

 Antonio Salerno