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La Sartiglia di Oristano è un evento unico che intreccia storia, cultura e tradizioni, trasformando il centro storico in un’affascinante ambientazione medievale giorni prima dell’evento. La festa, con radici nei tornei equestri medievali, in una giostra di antica tradizione. I cittadini partecipano attivamente, decorando vetrine con maschere e oggetti tipici, mentre gli artigiani espongono lavori artigianali, come coltelli, stoffe e maschere, testimoniando un impegno fatto a mano e ricco di dettagli unici. Il termine “Sartiglia” deriva dal latino “Sors-tis fortuna” e dal catalano “sortilla”, che significa corsa all’anello. La festa, caratterizzata da una forte connotazione tra sacro e profano, attraversa diverse fasi che iniziano dal giorno della Candelora con i riti dei ceri alla scelta del Componidori, colui che guiderà e comanderà la Sartiglia. Questa figura è nominata per la domenica da s’Oberaiu Majori del Gremio dei Contadini e per il martedì dal Majorale en Cabo del Gremio dei Falegnami. La festa è organizzata in collaborazione con i Gremi, corporazioni religiose che riuniscono persone dello stesso mestiere, e si svolge con una precisa ritualità nei preparativi. L’attenzione ai dettagli e la cura dei riti durante le vestizioni sono impressionanti. La prima vestizione è di Eleonora d’Arborea, un personaggio storico fondamentale per Oristano e la Sardegna. Successivamente, si procede con la vestizione del Componidori, eseguita presso il Gremio dei Contadini per la cerimonia della domenica.


Le Massaiedde, guidate dalla Massaia Manna, si occupano della vestizione del Componidori, procedendo con maestria alla cucitura di stoffe sul viso per mantenere salda la maschera, legata attentamente per garantire una vestizione precisa. Una volta indossata questa, completa la metamorfosi del cavaliere in Componidori, aumentando il suo carisma durante la successiva parata e la corsa della stella.

Durante la parata, sfilano intere famiglie indossando abiti di stoffe pregiate ed altamente decorati, nobili, dame, bambini e persino i cani partecipano, evidenziando l’importanza che la comunità attribuisce a questa tradizione. Aspetto fondamentale di questa festa è l’attenzione dedicata ai cavalli, veri protagonisti dell’evento. La cura e l’importanza attribuite a questi nobili animali sono evidenti durante la festa. I cavalli, che fanno sfoggio di particolari bardature, rivestono un ruolo cruciale nell’evento vengono selezionati con attenzione e adeguatamente addestrati per affrontare la sfida con destrezza e sicurezza. La relazione tra il cavaliere e il suo destriero è determinante per il successo della corsa, sottolineando l’importanza di una connessione profonda tra l’uomo e l’animale. Durante la festa, emerge chiaramente il rispetto e l’affetto che i partecipanti nutrono nei confronti delle loro cavalcature, trasformando la Sartiglia non solo in uno spettacolo emozionante, ma anche in un omaggio tangibile a questa speciale e millenaria relazione tra l’uomo e l’equino.

Il momento culminante è la corsa della stella con cavalieri che sfrecciano al galoppo cercando di centrare la stella con la spada. Gli spettatori, tra gli spalti e ai bordi della pista, vivono l’evento con crescente frenesia, sostenendo i partecipanti con entusiasmo e gioia quando la stella viene centrata, o con palpabile frustrazione quando il colpo fallisce. La festa prosegue con la corsa delle pariglie, gruppi di tre cavalieri su tre destrieri che eseguono acrobazie spettacolari. È un’esperienza la Sartiglia totalmente coinvolgente anche per gli spettatori, che vivono l’atmosfera di festa ed euforia tra le attività nei vicoli, attraverso la partecipazione della cittadinanza. L’edizione 2024 è stata dedicata al maestro del folklore Enrico Fiori, testimoniando la forza della tradizione mantenuta negli anni.

La Sartiglia è un evento straordinario che fonde elementi medievali e rituali simbolici, celebrando la cultura, la storia e la comunità di Oristano, lontano dall’atmosfera tipica del carnevale giocosa e satirica, con maschere leggere in carta pesta utilizzate per esprimere critiche sociali e politiche, con sfilate colorate, balli mascherati musica ed eventi umoristici. La Sartiglia, invece, è caratterizzata da una solennità legata ai festeggiamenti per la vittoria del re e imperatore Carlo V nel 1547 sui principi tedeschi protestanti. La maschera, utilizzata nella vestizione del Componidori, assume un ruolo rituale e simbolico, spesso decorata con attenzione ai dettagli. L’evento si focalizza sulla corsa della stella e pariglie a cavallo, coinvolgendo la comunità in preparazioni tradizionali e manifestazioni storiche. In sintesi, entrambe le celebrazioni incarnano approcci diversi alla festa, con il Carnevale incentrato sull’umorismo satirico e la Sartiglia sull’elemento storico e simbolico.

 

Antonio Salerno

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