Analizziamo la novità elaborata da ex collaboratori di Apple.

 

Schermata 2023-12-21 alle 09.30.19

Gli anni ’90 e i 2000 sono stati un periodo di rapido sviluppo tecnologico che ha avuto un impatto significativo sulla società, cambiando il modo in cui viviamo, lavoriamo e comunichiamo.

In questa l’epoca dell’avvento del World Wide Web internet ha rivoluzionato il modo in cui accediamo alle informazioni e interagiamo con il mondo.

I dispositivi mobili, come i telefoni cellulari e i tablet, hanno reso possibile l’accesso alle informazioni in movimento. Nei computer potenti, il software è più sofisticato e personalizzabile, andando ad incidere su una serie di abitudini sociali ed ha portato una (apparentemente) più facile comunicazione e collaborazione tra persone di tutto il mondo, contribuendo alla globalizzazione, ed evolvendo il mercato del lavoro verso nuove competenze.

Negli ultimi vent’anni la velocità di questo sviluppo sembra aver subito un’estrema accelerazione. Sono arrivati gli smartphone.

Attraverso le app più disparate, consentendoci di portarci dietro in pochi cm quadrati e in pochi grammi quello che una volta avrebbe riempito una stanza, dandoci la possibilità in tempo reale e simultaneamente di scrivere una lettera, fare una ricerca enciclopedica, aggiornarci sulle notizie, fare foto e video, registrare, segnare gli appuntamenti e ascoltare musica.

Se questo già sembrava tanto, l’evoluzione sta alzando il livello. La startup californiana Humane, ha sviluppato AI Pin, un dispositivo indossabile, pesa appena 34 grammi, e ha rivoluzionato il concetto di smartphone. Dalla forma curata ed essenziale (i suoi sviluppatori provengono da Apple), simile a una spilla, che integra un processore Snapdragon, un’antenna telefonica, una fotocamera e l’intelligenza artificiale ChatGPT.

L’IA una branca dell’informatica che si occupa della creazione di contenuti e con funzioni simili a quelle fornite dall’ intelligenza umana, come la comprensione del linguaggio, la risoluzione dei problemi e l’apprendimento. Attraverso questo sistema abbinato ai software il prodotto è in grado di registrare informazioni, foto, video in un cloud con un abbonamento di 24 dollari al mese che andranno aggiunti ai 699 dollari del suo costo.

L’interazione con l’utente avviene principalmente tramite la voce, o un semplice tocco sul sensore, ed è possibile anche visualizzare informazioni basilari, monocromatiche, sul palmo della mano o su una superficie di fronte al dispositivo.

La maggior preoccupazione che alimenta questo prodotto è quello riguardante la privacy.

Ai pin infatti pur avendo bisogno di un comando per la sua attivazione e un led che ne segnala il funzionamento attivo, potrebbe creare un certo disagio, all’utilizzatore che magari in pubblico avrà delle difficoltà a pronunciare comandi o toccare continuamente il dispositivo, e sicuramente creerà disagio a chi gli sta intorno, che riconoscendo l’oggetto, avrà il timore di essere registrato. Un altro problema potrebbe essere l’utilizzo dei dati raccolti. Il sistema infatti è in grado di fornire informazioni sulle quantità e qualità di cibo che assumiamo, quali locali frequentiamo, e gli acquisti che facciamo, creando uno storico dei nostri gusti che potrebbero essere utilizzati per condizionare i nostri futuri acquisti attraverso i risultati di ricerche fornite dall’algoritmo.

Altro dubbio sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale è dato dalla discriminazione che essa potrà causare, valutando solo attraverso i dati raccolti che alla fine creeranno l’algoritmo, che darà risposta positiva o negativa sulla questione posta. Prestiti, articoli, tesi ecc. ecc. Già oggi chi semplicemente crea contenuti social attraverso la piattaforma, prima di pubblicare il proprio contenuto passa attraverso un esame che vedrà autorizzata la pubblicazione o meno del suo lavoro.

Basato semplicemente su di un calcolo e non sulla ragione, con transazioni fatte direttamente da macchine, nata sicuramente con le migliori intenzioni, rischia però di essere l’ennesimo boomerang, contro chi ne farà un estremo e errato uso, cercando direttamente la soluzione ad una questione, evitando la ragione a priori, seguendo quello che ad oggi pare sia l’unico interesse l’immediatezza fredda del risultato.

per saperne di più:

https://hu.ma.ne/aipin

 

Antonio Salerno

 

WhatsApp Image 2023-12-21 at 09.35.42