ospedale-locriDa ieri , dietro richiesta del dirigente ATP aziendale, su disposizione del commissario straordinario, attivando i post letto covid presso l’ospedale di Locri, è stata disposta l’interruzione dei ricoveri in area medica  e la temporanea sospensione dell’attività chirurgica. Cosa vuol dire: che per ospitare presso il reparto di pneumologia (10 posti letto più 4 di terapia intensiva), non si accetteranno ricoveri, il pronto soccorso “dovrà canalizzare presso altro ospedale  eventuali pazienti che necessitano di ricovero in area medica e chirurgica”. Questo si evince dall’ordine di servizio, di ieri. Al telefono la stessa dirigenza che aveva firmato il documento ci informa che lo stesso è stato rettificato. In attesa di ulteriori approfondimenti, che avremo entro oggi,  ci viene spiegato che da questa prima prospettiva, dopo una conversazione con il commissario Asp, si è deciso di bloccare i “soli” ricoveri in Pneumologia che verrà gradualmente svuotata fino ad essere pronta all’accoglienza dei malati covid. La paura di un primo momento, di arrivare al pronto soccorso e vedersi dirottati ad altri ospedali per ora è scampata. Sorte che subiranno “solo” i malati destinati a pneumologia … la questione resta. Nei giorni scorsi avevamo già denunciato la decisione che poi si è formalizzata ieri, ma nessuno si era fatto avanti, quanto piuttosto in molti a “tamponare” il grave effetto che avrebbe avuto nell’opinione pubblica. Oggi  un altro “effetto tampone”, per rimanere ormai nel gergo covid, la parziale rettifica della decisione di ieri. IL TERRIBILE PRESENTIMENTO RESTA, quello che attanaglia ogni persona che vive in questa landa desolata abbandonata dalle istituzioni e anche dalle persone che non vogliono morire di arretratezza, su 150mila abitanti che servizio sanitario rimarrà in piedi? C’è una volontà di chiudere davvero l’ospedale? Di portare i cittadini ad essere esasperati e ad attendere come una liberazione la totale chiusura per poi affidarsi al privato convenzionato o agli acquisti un tanto al chilo della propria salute? Certo è che siamo arrivati ad un bivio, dove diventa forte il rischio di registrare reazioni incontrollate. Per troppo tempo abbiamo scritto di morti avvenute per ritardi, per trasferimenti azzardati, e per troppo tempo abbiamo assistito alla graduale ma pur sempre troppo veloce perdita della memoria collettiva su eventi di questo genere, rimanendo storie tragiche di famiglie sfortunate. Verificheremo a breve le dinamiche e cercheremo di approfondirle con i nostri lettori.

RR