ferragina-gattafoni-1

Massimiliano Ferragina e Matteo Gattafoni, rispettivamente artista e giovane studente di teologia presentano all’interno della rassegna d’arte OpenArt2017, presso la Biblioteca Angelica in Roma, l’opera “Francesco sposa la povertà”. Chiaramente una tela dedicata alla figura antica e sempre nuova di Francesco d’Assisi. L’artista, ispirato da un recente pellegrinaggio nella città della pace, ha voluto condensare la sua esperienza religiosa e contemplativa in una piccola tela (60×70) ma fortemente narrativa del fatto che la scelta radicale di San Francesco di “farsi povero tra i poveri” ancora oggi, fornisce la comunità cristiana e non solo, di linfa vitale, senza dimenticare di citare la testimonianza di coerenza di papa Francesco che non ha caso ha scelto il potente e umile nome del Santo Poverello (nell’opera la veste saio di Francesco che rappresenta la povertà è bianca come l’abito papale). Prosegue l’opera pittorica il giovane seminarista (Arci diocesi di Chieti Vasto) e studente di teologia Matteo Gattafoni con il testo critico che come un prolungamento della tela stessa, conduce l’osservatore nelle trame simboliche e semantiche dell’opera. Ecco cosa scrive Gattafoni.
“Francesco sposa la Povertà” dell’artista Massimiliano Ferragina è ispirata alle mistiche nozze del Santo con Madonna Povertà. L’opera poggia sul crocifisso di San Damiano perché è ai suoi piedi che il Santo vive questa esperienza spirituale che lo sconvolge nella sua essenza ed esistenza: egli comprende di non dover solamente amare i poveri ma invece di essere lui stesso “il povero”. Francesco è nudo, rivolto all’azzurro del cielo, rivestito solamente di una tenue luce gialla che lo circonda, e che vela la sua nudità, espressa con il bianco, colore dell’umano. Due serafini consegnano al santo il saio che è di colore bianco come una veste nuziale. Esso è l’elemento centrale dell’opera ed assume un carattere prettamente sponsale. È la fede di Francesco verso la povertà, cuore di quel Dio che non ha scelto potere e ricchezza ma l’umiltà della grotta e della croce e di cui il Santo ha deciso di rivestirsi. Esso rappresenta non solo la scelta di Francesco ma soprattutto un invito dell’artista al lettore: vivere, come il santo ha fatto, l’essenziale – difficile ai giorni nostri – ed amare la povertà del proprio cuore che ognuno dovrebbe abitare e redimere. Una spinta all’uomo contemporaneo a rivestirsi non dell’eros delle cose superflue ma dell’agape del dono che porta anche a gettarsi tra le spine per custodirlo. È chiaro il riferimento alla vicenda che visse il Santo nel 1216 quando non esitò a gettarsi in un roveto che diventò un roseto. Spine che diventano rose e che l’autore ha espresso proprio con il rosso, il colore dell’amore, che circonda Francesco. L’Amore è kenosis, svuotamento, è povertà, è dono che si vuole condividere e regalare all’altro.

Dopo le Sale del Bramante in Piazza del Popolo, il Teatro dei Dioscuri al Quirinale, il premio OpenArt giunto alla XIV edizione esporrà i 30 artisti selezionati alla Biblioteca Angelica in Piazza Sant’Agostino a Roma.
Forte è stata la volontà dell’organizzazione di continuare ad esporre le opere degli artisti selezionati in uno spazio Istituzionale e di alto prestigio.
Le sezioni in gara sono la pittura, la fotografia e la scultura.
…“Ancora una volta l’Angelica si inserisce nel percorso di valorizzazione, comunicazione e divulgazione della cultura e dell’arte contemporanea, mostrando di essere uno spazio istituzionale all’avanguardia e multifunzionale. Un luogo non solo di conservazione e di tutela, ma anche di intrattenimento culturale, dove i libri segnano soltanto l’inizio di un lungo e straordinario itinerario nella prima biblioteca aperta al pubblico in Europa. ”…

Fiammetta Terlizzi
Direttore della Biblioteca Angelica

Artisti partecipanti : Odette Cuevas, Alessandra Locatelli, Venere Chillemi,Patrizia Silingardi, Pascal Russi, Nancy Sofia, Liliane Kauth, Gabriella Frustaci, Giuseppe Foti, Javier Fernando Volovich, Giovanna Gatto, Angelica Kosmi, Sara Sajeva, Carmelo Leone, Roberto Servi, Hideko Imai, Cristiana Coeli da Silvera Goldie, Marta rocca, Claudia Artuso, Rena Saluppo, Carmine Napolitano, Massimiliano Ferragina, Laura Girardello, Giovanni Peroncini, Palma Pastore, Sechi Giovanni in arte Enoch Entronauta, Massimo Schito, Martone Giordano in arte Martone.

La mostra resterà aperta nei seguenti giorni :

18 gennaio 2016 : 08,30 – 19,00

19 gennaio 2016 : 08,30 – 19,00

20 gennaio 2016 : 08,30 – 18,30

21 gennaio 2016 : 08,30 – 18,00

INGRESSO LIBERO