covid

di Raffaella Rinaldis

Perché non abbiamo affrontato il Virus? Perché siamo stati presi alla sprovvista e abbiamo avviato un percorso sanitario emergenziale e affannoso per attutire gli effetti di una pandemia?

Nel tentativo di trovare un perché mi sono imbattuta in un percorso già avviato, già pensato, ben 10 anni fa. Una sorta di percorso di emergenza studiato bene, nei minimi particolari dall’Ue,  la paura della Sars aveva allertato l’Unione che si era prodigata ad avviare un procedimento omogeneo. La “Strategia per la pianificazione generale della capacità di intervento” e la “ Guida tecnica alla pianificazione generale della capacità di intervento nelle emergenze per la salute pubblica”

Senza perdere tempo il Consiglio ha chiesto  alla Commissione, nel maggio 2003 (sedici anni fa!) di considerare l’eventualità di “elaborare un piano generale delle capacità di intervento sulle malattie trasmissibili e sulle minacce sanitarie”.

Nel 2005 è stata pubblicata una comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sul potenziamento del coordinamento relativo alla pianificazione generale della capacità di intervento a livello europeo in materia di emergenze sanitarie. Alla comunicazione era allegato un documento tecnico di orientamento dal titolo “Una strategia verso la pianificazione generale della capacità di intervento”. Il documento era incentrato in particolare sulle malattie contagiose

Ma poteva l’Ue inserirsi in quella che non è sua competenza esclusiva? In realtà si perché l’UE può adottare atti legislativi  in materia di salute ai sensi del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in particolare l’articolo 168 (tutela della sanità pubblica), l’articolo 114 (ravvicinamento delle legislazioni) e l’articolo 153 (politica sociale). Ecco alcuni dei settori in cui l’UE ha adottato atti legislativi:

diritti dei pazienti nell’assistenza sanitaria transfrontaliera

prodotti farmaceutici e dispositivi medici (farmacovigilanza, medicinali contraffatti e test clinici)

gravi minacce sanitarie transfrontaliere

tabacco

organi, sangue, tessuti e cellule.

Il Consiglio dell’UE può anche rivolgere raccomandazioni in materia di salute pubblica ai paesi dell’UE.

Ecco quindi il perchè della redazione del piano strategico. Al suo interno ci sono anche spazi dedicati alle situazioni di emergenza legate alle radiazioni, agli aspetti radionucleari e ai cambiamenti climatici. Un profetico documento che però considera quali devono essere le azioni da mettere in campo in ambito comunitario e nazionale in vista di casi di questo genere.

Un documento redatto in collaborazione con gli Stati membri e sul quale stiamo cercando tracce della partecipazione italiana alla redazione.

L’obiettivo generale dell’azione dell’UE nella pianificazione generale della capacità di intervento a livello sanitario è assistere gli Stati membri nell’elaborazione di piani nazionali, includendovi la dimensione europea con il suo corpus di leggi nei vari settori che hanno ripercussioni sui piani d’emergenza.

Il documento insomma doveva fornire l’ossatura su cui innestare elementi chiave atti ad affrontare tipologie genericamente diverse di minacce alla salute, sia attese sia inattese, come la SARS.

grafico strategia salute ue

Fa venire i brividi l’incipit del documento, che oltre dieci anni fa già prevedeva quanto oggi accaduto:

Con l’avvento della SARS ci si è resi conto che nuovi agenti, non noti in precedenza, potrebbero causare molte vittime e ingenti perdite economiche. Contemporaneamente, enormi inondazioni e ondate di calore estreme hanno dimostrato le conseguenze che i cambiamenti climatici possono avere sulla salute. Inoltre, una pandemia influenzale rappresenta ancora oggi una fonte di preoccupazione per le autorità sanitarie di tutto il mondo, mentre la recente pandemia (H1N1) ha messo in luce l’importanza di adottare un approccio coordinato oltre che la necessità di disporre di strutture ben definite e complete per il buon esito di ogni misura di controllo intrapresa. L’organizzazione di salvaguardie e la preparazione degli interventi per far fronte a questo ampio ventaglio di minacce comportano implicazioni enormi. Ben presto si è compreso che, per far fronte a ciascuna emergenza, sarebbe stato necessario mobilitare lo stesso numero di persone e lo stesso quantitativo di risorse. È quindi emersa la necessità di elaborare un nuovo piano generale delle capacità di intervento nelle emergenze sanitarie, costituito dal più elevato numero possibile di componenti semplificate e armonizzate, per affrontare le diverse tipologie di emergenze.

Eravamo nel 2009. Dopo dieci anni quello che si paventava è accaduto, ma oggi non eravamo così pronti. Potevamo però esserlo, almeno stando alla programmazione del documento strategico

Si prevedeva tutto insomma, anche le implicazioni normative di recepimento.

Si prevedeva di mettere in evidenza gli aspetti sanitari minimi che devono essere considerati nei piani di ciascuno Stato membro. Di individuare i punti di rilievo per la Commissione europea e le agenzie, oltre che l’organizzazione e le procedure a supporto dei piani degli Stati membri. Di incoraggiare lo scambio reciproco di informazioni, il confronto e la trasmissione di riscontri in correlazione ai piani degli Stati membri. Di fornire un modello per la preparazione di un nucleo di elementi fondamentali per le varie tipologie di minaccia sanitaria e di liste di controllo per una buona prassi di intervento. Di individuare la dimensione europea con il suo corpus di leggi in vari settori, che hanno ripercussioni sui piani d’emergenza e che rendono possibile l’interoperabilità dei piani nazionali.

Da che mondo è mondo una strategia è una previsione dei casi e la soluzione preventiva degli stessi. Ma chi ha peccato di mancata applicazione della stessa? Gli Stati o l’Unione?

Stiamo cercando di risalire al percorso non solo di redazione ma anche di applicazione delle indicazioni che, nelle more del documento, prevedeva un preciso percorso di attuazione. Una rete sicura dove cadere nel momento in cui poteva verificarsi una pandemia.

Il quadro per la cooperazione nella pianificazione generale della capacità di intervento previsto  è infatti caratterizzato da tre importanti attività: in primo luogo, la condivisione dei piani nazionali e l’esecuzione di confronti e valutazioni oltre che l’introduzione di miglioramenti, sulla base degli aspetti principali individuati e delle liste di controllo predefinite; in secondo luogo, l’individuazione del contributo e del ruolo della legislazione comunitaria e gli interventi da attivare affinché i piani ne tengano pienamente conto, nonché un’analisi della necessità di ulteriori misure; in terzo luogo, la definizione di interventi adeguati e la preparazione di diagrammi di flusso che illustrino la sequenza di eventi e azioni da attivare affinché i piani e le reazioni siano interoperativi e compatibili tra loro.

 

Prevedeva, il Piano, che non si potesse rispondere ad una pandemia nell’arco di un breve periodo occorrendo invece un tempo abbastanza ampio per pianificare al meglio le azioni. (La pianificazione della capacità di intervento non è un percorso rapido: sarebbe irrealistico pensare di poter predisporre un piano generale di emergenza sanitaria dettagliato, esaustivo e affidabile nell’arco di qualche settimana o persino di qualche mese. Tra i motivi per cui è indispensabile del tempo per redigere questi piani spicca la necessità di adottare un approccio multisettoriale, che tenga conto anche degli attori della sanità pubblica o ne definisca con esattezza il ruolo nell’ambito di ogni progetto politico e legislativo o di ogni forma di pianificazione)

 

Oltre 82 pagine con la previsione di azioni in ogni settore, dalla Comunicazione alla gestione delle informazioni, dalla consulenza scientifica alle strutture per la gestione delle crisi sanitarie, dalla gestione dei piani alla collaborazione intersettoriale concludendo con un Quadro normativo pertinente per la pianificazione della capacità d’intervento e la risposta alle emergenze sanitarie

Insomma, in che termini è stato attuato questo Piano strategico, fino a che punto siamo arrivati nella sua realizzazione? Perché oggi non era completamente attivo? Sono le domande alle quali stiamo cercando di dare una risposta, intanto a voi la lettura del documento, ne vale davvero la pena. Abbiamo contattato agenzie europee, Ministero della salute italiano e quanti potranno aiutarci a chiarire dove si è innescato il punto di blocco di un piano certamente utile ad affrontare il Covi 19 e la relativa pandemia

https://ec.europa.eu/health/sites/health/files/preparedness_response/docs/gpp_technical_guidance_document_april2011_it.pdf