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“…Voi verrete con me, alberi

pietre e zolle che amo. Insieme a voi

voglio giù per i cieli crollare fino

all’ultimo termine.

Voglio che Dio mi veda ancora in vostra

compagnia e poi vi faccia

alberi fioriti, lucenti pietre e verdi zolle

per sempre in quell’abisso.”

 

Tra le figure palmesi che più mi hanno colpita e incuriosita nel corso delle mie ricerche sui personaggi noti della mia città, nonostante non abbia mai avuto la fortuna di conoscerla, c’è quella di Ermelinda Oliva, Linda per chi le voleva bene, una poetessa che ho sempre visto come animo sensibile. Molto legata alla fede, credente e praticante, viene ricordata da chi l’ha conosciuta con grande affetto e amorevolezza.

Leggendo i suoi versi entro in uno stato di calma e quiete inspiegabile, oltre che dalla dolcezza delle sue parole ciò che subito mi ha legata a questa figura è la benevolenza che anch’essa sente verso la nostra amata terra.

Ulivi, mare, tutto qui è circondato da leggende e mistero, lo stesso mistero che i suoi versi ci comunicano. Una natura all’apparenza festosa ma a volte vittima di mancanze, distruzioni e dolori che questa città è stata costretta a subire nonostante per Ermelinda la presenza di Dio aiuta a superare.

 

La poetessa Ermelinda Oliva nasce a Palmi, in provincia di Reggio Calabria,  per molto tempo definita come culla della cultura pianeggiante,  che ha dato i natali a diverse personalità illustri del panorama artistico non solo calabrese, ma a livello nazionale.

Ermelinda, poetessa che ha avuto poco riconoscimento dalla critica locale, è stata ampiamente accolta negli spazi della terza pagina di numerosi quotidiani nazionali. Narratrice oltre che poetessa, è stata molto amata dai suoi concittadini.

La poetessa nasce il 12 marzo del 1929 , ama moltissimo la sua città, dove risiede fino al giorno della morte avvenuta il 9 aprile 2003.

Oltre che scrittrice Ermelinda è anche una maestra di religione. Studia teologia al Seminario arcivescovile di Reggio Calabria. Vive un’infanzia felice, e lo dimostrano le sue liriche prive di malinconia, ricche di descrizioni ambientali e del paesaggio che la circonda. Dedica la sua vita, oltre che alla scrittura, alle azioni caritatevoli. Tornano perciò molto spesso nei sui poemi motivi religiosi. Per Oliva Dio e la natura sono un’unica cosa.

Esalta nei suoi scritti la vita nei campi, i colori della sua terra come il verde delle olive e l’azzurro del mare. La sua città, Palmi, diventa un paradiso che accoglie tutta la bellezza del Creato.

Una scrittura la sua, che parla soprattutto del legame esistente tra la natura, l’anima e la trascendenza. Racconta del paesaggio calabrese e della sua gente, e cerca continuamente la pace e l’armonia con se stessa. Ermelinda Oliva è una poetessa dalla purezza espressiva e chiarezza estreme. Leggendo le sue raccolte veniamo catturati dalla delicatezza e profondità delle immagini che ci dona e che riescono a portarci ad un sentimento struggente, quasi come una favola che si dilegua.

La giovane scrittrice è molto riservata, non ama neppure frequentare circoli letterali.  Tra il 1967 e il 1975 collabora con diversi quotidiani e periodici italiani tra cui “Il Mezzogiorno”, “La Provincia”, “Il Corriere di Napoli” e molti altri. Di lei si sono occupati diversi studiosi italiani e stranieri molto piacevolmente colpiti dalla sua produzione letteraria, grazie alla quale ha ricevuto diversi premi e attestazioni di merito.

Tra le sue raccolte di poesie, ricordiamo: “Il Candelabro”,  “La Conchiglia”, “E dove e quando”,  “Lo Zoccolo”, “Il Sasso”. Scrive anche alcuni romanzi e delle novelle tra cui: “Le torce al vento”, “Quel suo paese in alto alla collina”, “Il tempo della cicala”.

Il linguaggio che utilizza è molto elegante, nitido e scorrevole. Ogni verso, ogni parola, nasce da una vera sua interna intimità, anche se sono ricchi di impeto vitale e forza di volontà, e un celato simbolismo pascoliano, purificato attraverso la sua esperienza cristiana.

A tratti veniamo colti da una tristezza nella descrizione dei paesaggi di derivazione montaliana. Ogni tanto alla gioia della vita viene affiancata qualche nota sulla morte, come accade in una struggente poesia dedicata alla sua cavallina morta.

La poetessa loda la natura come specchio del Creato, una grande festa dove l’anima risorge, riscoprendosi erba, stella o pianta. Tutto è immagine di quel Dio in cui lei crede e che ama profondamente.  Più che di uomini infatti Ermelinda parla di terra, acqua e piante. Nei suoi versi vediamo descritta una Calabria antica, pura, incontaminata, dove ancora la mano dell’uomo non ha distrutto la bellezza di ciò che Dio in origine ha creato.

“Signore

più che d’oro, io vedo d’argento

il tuo volto accanto a me,

come quell’acqua invasa di luna, quegli

alberi, forse pioppi, che colgono appieno

la grazia lunare. E anche quei fogli

di zitta stagnola

che a casa portavo bambina.”

 

Tutta la scrittura di Ermelinda Oliva, sembra avere come scopo, come risultato finale, quello di voler comunicare al mondo che tutto ciò che ci circonda, bello o brutto che sia, ha un’unica certezza: l’esistenza di Dio. Fu terziaria carmelitana e passò tutta la sua vita in grande riservatezza.

 

Per onorare il suo ricordo, nasce a Palmi un’associazione culturale dal nome “Amici di Ermelinda Oliva” che organizza ogni anno un concorso di poesia in suo onore.

 

Nel 2021 il comune di Palmi riqualifica una scalinata in zona Cittadella con dei suoi versi .

 

 Jessica Malagreca

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