direttoraNiente da fare, facciamo ancora paura.

Deve essere rimasto il ricordo di quelle Erinni scatenate in Consiglio regionale che per due anni (e chi vi scrive stava in prima fila a sfidare tutti i traditori della legge) hanno combattuto per ottenere un minimo di giustizia. Tempo sprecato, una legge andrebbe applicata subito, senza chiedere e senza combattere si dovrebbe vederla subito concretizzata …ma tant’è… potevamo combattere altre battaglie, sono solo slittate un pò.

Alla fine con una forte pressione nazionale è stata approvata una norma regionale nuova (la terza scritta sul tema!!!! tra l’altro fusione di ben due nuove proposte) pur di non permettere primogeniture sulla questione che ormai era diventata mediatica.

E ancora … abbiamo fatto buon viso a cattivo gioco e siamo andate avanti.

Arrivano le inaspettate elezioni regionali. Si parte con l’applicazione della norma ed ecco che spuntano zie, cugine, mogli, figlie. Non era proprio questo il senso della norma, eh?

Come non è il senso della norma sfruttare il doppio voto per fingere abbinamenti, usarli a proprio vantaggio, togliere voti ad altri, dividere territori e “tappare buchi” con candidature “di servizio” alle quali si promette un futuro riconoscimento; pessima scelta. O, ancora peggio, collocare le candidate e poi abbandonarle a se stesse. Recentemente in un’intervista un politico ha candidamente detto “Le donne non ci sono perchè non si impegnano”. Così colpevolmente disinteressato alla politica efficace, da non rendersi conto che le donne impegnate ci sono, è che gli spazi vengono garantiti agli uomini, sempre seconde scelte dopo la moltitudine maschile che pensa di avere un diritto di nascita nella partecipazione politica. Non è così, è solo che il buon vecchio patriarcato, che stronca donne e ragazzi  (guarda un pò, elementi del vero cambiamento, dello stravolgimento dello status quo), non ha bisogno di cambiare, deve rimanere com’è, inefficiente e garantito.

 

Giusto per specificare che con la doppia preferenza non si apre un nuovo spazio alle vecchie logiche, ma un nuovo spazio a nuovi cervelli.

Andiamo oltre, per fortuna donne candidate, indipendenti e capaci, che non siano espressioni di vecchi politici ce ne sono.

Passo successivo, le donne capaci e indipendenti ci sono, ma quanti valorizzano l’uso della doppia preferenza? Come fossimo appestate da una sorta di aura pericolosa, solo poche riescono a vivere una campagna elettorale di aperta e dichiarata “doppia preferenza”, si perchè protagoniste della norma non sono solo le donne ma anche gli uomini, finora autodichiaratisi, la maggior parte, soggetti passivi della riforma. Andate a cercare e troverete pochi, ma ce ne sono, abbinamenti dichiarati, aperti, alla luce del sole, dove un candidato e una candidata della stessa lista lavorano insieme. E’ un bello spettacolo, cercateli, non vi dirò dove sono, ma a vederli sono stata rinfrancata dalla fatica che per due anni FìmminaTv e molte donne calabresi hanno affrontato per consentire quel bel vedere, quel bel modo di fare politica.

Una speranza forse c’è, come anche la fiducia che cambiando la cultura cambiano gli effetti nella società e perchè no, nella politica.

La Direttora