PALMI – Il 29 agosto il Teatro Manfroce si è fatto luogo sospeso tra sogno e passione, accogliendo l’ultimo atto di Kalateatro 2025: “A Shakespeare’s Dream – Un viaggio musicale attraverso l’amore”, spettacolo firmato dall’associazione culturale Proagon, che ha intrecciato poesia, musica e teatro in un’unica, potente vibrazione emotiva.

 

A introdurre il pubblico è stato Domenico Parisi, con parole che sembravano già preludere all’incanto: «Il teatro non è solo palcoscenico e applausi, ma un atto d’amore verso la bellezza e il sapere, un laboratorio vivo di emozioni e pensieri capace di unire le persone». Ed è proprio questo che si è vissuto in sala: un laboratorio di emozioni collettive, alimentato da versi immortali e note capaci di far vibrare ogni fibra.

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Sul palco, Sabrina Esposito e Andrea Militano hanno acceso un viaggio nell’amore attraverso quattro capolavori shakespeariani: la passione eterna di Romeo e Giulietta, l’ironia sottile e l’intelligenza di Molto rumore per nulla, la gelosia malata di Otello, fino alla vertigine dell’assenza d’amore in Amleto. La loro recitazione appassionata ha avvicinato tutti, specialmente i giovani, al linguaggio universale del teatro: un’interpretazione intensa che ha portato la platea a una grande tensione emotiva, sciolta in applausi scroscianti, entusiasmo incontenibile e momenti di sincera commozione. Il teatro di Proagon è questo: passione di qualità, coinvolgimento totale e struggimento. Ad amplificare il pathos, il violino di Marzia Luparello, la fisarmonica di Rocco Cannizzaro e la voce avvolgente di Giorgia Braganò, che hanno trasformato i versi in pura melodia dell’anima.

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«La grandezza di Shakespeare – ha riflettuto Esposito – sta nell’aver inventato il concetto moderno di personalità. I suoi personaggi cambiano, si trasformano, come noi. E tra i colori dello spirito, abbiamo scelto quello dell’amore, perché viviamo un tempo che invoca pace. In Shakespeare l’amore sa elevare, ma anche distruggere. Romeo e Giulietta ci parlano della passione eterna, Beatrice e Benedetto dell’amore intellettuale, Otello della gelosia che corrompe, Amleto della solitudine che consuma ogni legame».

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Dal palco, Emanuele Maceri, in rappresentanza de L’Alba dei Trichechi, ha espresso un entusiasmo incontenibile: «Vedere il teatro così pieno è una gioia, lo merita quest’opera e lo merita questa rassegna, che oggi si chiude nel migliore dei modi. Avete emozionato, fatto piangere e riflettere: interpretazioni intense, scelte musicali stupende, un caleidoscopio di emozioni che ci ha tenuti incollati fino alla fine. Sabrina, Andrea, Giorgia, Domy… siete stati semplicemente straordinari. Spero davvero che sia l’inizio di qualcosa di eccezionale».

 

L’On. Giuseppe Mattiani, promotore dell’iniziativa, ha ricordato la scelta di legare arte e solidarietà: «Kalateatro è nato per unire cultura, sociale e beneficenza. Ogni sera il pubblico ha potuto sostenere associazioni come AISM e AVIS, perché il teatro non è solo intrattenimento, ma strumento di comunità. Il prossimo anno sogniamo una rassegna regionale, che accolga le compagnie di tutta la Calabria».

 

Anche il Presidente del Consiglio Comunale di Palmi, Francesco Cardone, ha voluto rivolgere un saluto a nome della città: «Questa rassegna ha dimostrato che il teatro non è soltanto arte, ma anche solidarietà e bene comune. Kalateatro ha saputo unire le associazioni e la cittadinanza in un percorso di cultura e condivisione, e come amministrazione non possiamo che essere orgogliosi di questo risultato».

 

Lo spettacolo è stato dedicato a Giuseppe Bova, giovane giornalista e amico di Proagon: «Custode di bellezza e sapere, questo sogno è anche il suo», hanno ricordato i registi, accendendo un applauso che ha abbracciato la memoria.

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A chiudere la serata, ancora una volta, le parole di Sabrina Esposito, che ha voluto chiamare per nome chi ha reso possibile l’incanto: dai tecnici agli artisti, dai soci storici di Proagon – Andrea Militano e Giorgia Braganò – fino a chi, dietro le quinte, ha trasformato il lavoro in famiglia. Un momento speciale è stato riservato anche alla make-up artist Viviana Conversa, omaggiata sul palco per la sua professionalità e la dolcezza con cui ha accompagnato il lavoro degli artisti. «Non è mai merito solo di chi vedete sul palco, ma di chi lavora nell’ombra. Ed è lì, nell’abbraccio di tutti, che nasce il vero teatro», ha concluso Esposito.

 

E così Kalateatro 2025 ha chiuso le sue serate regalando a Palmi un messaggio forte: il teatro non è evasione, ma nutrimento, memoria e comunità. Uno spazio che continua a parlarci con la stessa forza con cui Shakespeare, secoli fa, raccontò l’amore in tutte le sue contraddizioni.

 

Deborah Serratore

 

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