C’è un luogo, a Palmi, dove la storia non giace immobile ma respira, si lascia sfogliare, interroga e si fa interrogare. È la Sezione di Archivio di Stato, ospitata nella Casa della Cultura “Leonida Repaci”, che quest’anno ha compiuto sessant’anni. Un anniversario importante, celebrato con una conferenza e una mostra documentaria che hanno saputo restituire centralità a questo presidio di conoscenza spesso invisibile, ma essenziale.

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Fondata ufficialmente il 1° maggio 1965, la Sezione di Palmi affonda le sue radici nel desiderio del territorio di custodire e organizzare la memoria pubblica e privata. Un desiderio che oggi si traduce in chilometri di scaffali, oltre 200.000 volumi, documenti rari e preziosi, e una sinergia viva con la Biblioteca Comunale “Domenico Topa”.

 

Ad aprire l’incontro, ospitato nella Pinacoteca “Leonida e Albertina Repaci”, sono stati i saluti istituzionali. Il sindaco Giuseppe Ranuccio ha sottolineato con orgoglio l’impegno della città nel tutelare l’Archivio come fulcro di identità e formazione: «È un presidio culturale che Palmi ha voluto, difeso e continuerà a sostenere con convinzione».

 

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Angela Puleio, direttrice dell’Archivio di Stato di Reggio Calabria e delle Sezioni di Locri e Palmi, nonché funzionaria delegata alla Soprintendenza Archivistica e bibliografica della Calabria, ha richiamato la genesi dell’istituzione e il ruolo chiave degli enti locali: «Un archivio non è solo un deposito di atti. È un laboratorio di conoscenza, un motore civile e culturale».

 

Anche il dirigente comunale Stefano Ierace ha ribadito l’importanza strategica del luogo, annunciando il recente finanziamento di 10.000 euro ottenuto dal Comune per la valorizzazione della biblioteca interna. Un segnale concreto di investimento in cultura, destinato a migliorare l’accessibilità e la fruizione degli spazi.

A fare da trait d’union tra interventi istituzionali e memorie personali è stata Clara Foglia, funzionaria archivista di Stato, vera “custode” della Sezione palmese. Con passione ha guidato il pubblico in una riflessione sul senso più profondo del lavoro archivistico: «La memoria è un bene comune. Proteggerla significa difendere la nostra libertà. E noi siamo qui, ogni giorno, per renderla accessibile a tutti». Ha ringraziato con profonda gratitudine i dipendenti attualmente in servizio e quanti, nei decenni, hanno contribuito alla crescita dell’Archivio, trasformandolo in un punto di riferimento per tutto il territorio.

 

La conferenza ha dato spazio anche a voci del mondo della cultura e della ricerca. Andrea Frezza, scrittore e ricercatore, ha ricordato il senso di meraviglia che accompagna ogni visita d’archivio: «Tra le carte si sente il respiro del passato. È un contatto fisico con il tempo».

Giuseppe Mazzù, giornalista e cultore di storia locale, ha raccontato episodi di scoperta e condivisione, definendo l’Archivio «un raro luogo di appartenenza vera».

Toccante il ricordo dello storico Giosofatto Pangallo, che ha riportato alla memoria i suoi primi passi nella ricerca: «Ho imparato a leggere il silenzio delle carte, a farle parlare. E ogni volta è un’emozione diversa».

Infine, Domenico De Luca, giornalista e ricercatore, ha condiviso un episodio personale: il ritrovamento a Roma del foglio di arresto del partigiano palmese Giuseppe Lopresti. «Quel documento mi ha cambiato – ha detto – mi ha fatto capire che fare memoria è anche un atto d’amore».

 

A rendere tangibile questo amore per la storia è stata anche la mostra documentaria, realizzata sempre in Pinacoteca ed allestita per l’occasione. Intitolata “Storia, Memoria e identità – 60 anni di cultura, 60 anni di condivisione”, si è snodata in tre sezioni.

La prima ha ripercorso, attraverso documenti e corrispondenze, le fasi che portarono alla nascita della Sezione.

La seconda ha esposto autentici tesori archivistici: pergamene del Seicento, atti notarili, documenti giudiziari, scritti su figure emblematiche del territorio come Manfroce, Cilea, Repaci e Cardone.

Due teche, curate dalla Biblioteca “Domenico Topa”, hanno invece messo in luce il patrimonio librario con opere di Antonio De Salvo e volumi dedicati proprio alla Sezione di Palmi.

 

La terza sezione, multimediale, ha arricchito l’esperienza con QR code che rimandano a contenuti video e con un podcast – “Storia, Memoria e identità” – che accompagna l’ascoltatore lungo le tappe fondamentali dell’Archivio: dalla creazione della Sottosezione nel 1960, al trasferimento nel 1981 presso la sede attuale, in seguito all’accordo tra Comune e Ministero.

 

Sessant’anni dopo, la Sezione di Archivio di Stato di Palmi continua a custodire storie grandi e piccole, offrendo a tutti – studiosi, studenti, cittadini – uno spazio di conoscenza, identità e civiltà. Un archivio non è fatto solo di carta. È fatto di persone che credono nel valore del ricordo. E Palmi, ancora una volta, lo ha dimostrato.

 

Deborah Serratore

 

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