Foto di Daniela Rinaldis

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In Calabria gli Ateliers europei 2018 del paesaggio

Anche agli Stati generali del paesaggio, che si sono svolti a Roma, organizzati dal Ministero per i beni culturali, presente l’assessore regionale alla pianificazione territoriale Franco Rossi, Maguelonne Déjeant-Pons, segretaria esecutiva della Convention européenne del paesaggio, ha annunciato – informa l’ufficio stampa della Giunta – che la riunione dell’anno 2018 degli “Ateliers del Consiglio d’Europa” per la diffusione e la divulgazione della cultura del paesaggio si svolgerà in Calabria. È, infatti, piaciuto al Council of Europe meeting, che si è svolto a Brno, Czech Republic, nei giorni 5 e 6 settembre scorso, il programma presentato dall’assessore Rossi il quale ha messo in stretta relazione i contratti fiume di lago e di costa, i collegamenti strutturali fra mare e montagna (paesaggi naturali ancora integri e di grande valore ambientale e di beni archeologici e storici), i paesaggi residuali di colture agricole storiche di agrumeti e bergamotteti. Un programma che si basa sulla costruzione di una conoscenza critica dei luoghi, con proposte progettuali ispirate a una più matura consapevolezza dei valori paesaggistici al fine di promuovere uno sviluppo economico sostenibile, coerente con i principi di legalità e di partecipazione attiva dei cittadini.
L’azione portata avanti dalla Regione parte dalla riflessione che la Calabria è caratterizzata da una struttura urbana debole, costituita da poche città a fronte di una prevalenza di centri di dimensioni medio piccole e, quindi, da una geografia insediativa priva di un vertice ordinatore a scala regionale e articolata in più centri con funzioni urbane relativamente deboli e con un rango di influenza a scala locale.
“In tale quadro – spiega l’assessore Rossi – il reticolo dei fiumi e delle fiumare rappresenta un sistema intermedio tra il sistema delle aree costiere ed il sistema delle aree interne, cerniera fondamentale di relazione tra i diversi centri abitati, ambiente e natura; asse viario di penetrazione verso le aree interne. Il reticolo idrografico calabrese riesce a segnare una ‘pluralità di paesaggi’ che, in un mosaico di variegate tessere e figure paesaggistiche, rappresentano una sintesi antica tra le forme del territorio e i processi naturali ed antropici che lo hanno modellato. Ed è proprio in questi territori di penetrazione mare-monti, scanditi dalla presenza di un corso d’acqua fiume o fiumara, che si colloca un patrimonio insediativo che conserva impianti urbanistici e tessuti architettonici antichi. In tali contesti si ritrovano numerose emergenze geomorfologiche, botaniche, forestali e faunistiche. In generale, le fasce fluviali e gli intorni degli alvei costituiscono elementi portanti degli apparati paesistici principali ed ecosistemi strutturanti per i paesaggi di tipo diverso individuati. In questo contesto – rimarca Rossi – i Contratti di fiume, di costa e di lago emergono nel dibattito nazionale ed internazionale, tuttora in corso, quali strumenti per attuare la ‘resilienza’ dei territori, a fronte degli impatti dei cambiamenti climatici sulle risorse idriche e della relativa domanda di una gestione attenta ai fini dell’adattamento”.
In Calabria, parte dall’assessorato alla pianificazione territoriale ed urbanistica il contributo al dibattito, attraverso riconoscimenti di carattere normativo, ma anche attraverso politiche ed azioni volte alla sensibilizzazione ed educazione al bene collettivo “fiume” (fiumara/torrente, lago, costa), proponendo la costruzione di percorsi di pianificazione locale per l’adattamento, da realizzarsi con un’ampia partecipazione pubblico-privata ispirata ai principi della responsabilità condivisa e della co-progettazione a misure di adattamento efficienti e sostenibili e grazie all’avvio di progetti pilota su bacini/sottobacini idrografici calabresi, supportati anche dal mondo della ricerca scientifica.
Il fiume è da considerarsi come elemento strategicamente connettore e generatore di identità e territorialità, di relazioni fruitive tra la costa e le aree interne, come elemento funzionale alla complessità eco-sistemica, alla valorizzazione delle risorse ambientali locali, come elemento di cura per la salvaguardia idrogeologica, come elemento di relazione tra il “sistema città” e i caratteri ambientali e rurali del territorio, come opportunità per valorizzare le attività agricole e artigianali locali, come nuovo spazio per re-immaginare territori efficaci ed innovativi, coesive strategie di area vasta. Per quanto concerne i Contratti di fiume e di costa, l’assessorato, in coerenza con la direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 Ottobre 2000, ha introdotto i cosiddetti Contratti di fiume come strumenti di programmazione negoziata per la pianificazione strategica volta alla tutela e valorizzazione delle risorse idriche, attraverso un approccio innovativo volto al coinvolgimento attivo e diretto dei cittadini e dei portatori di interesse legati al territorio fluviale, in materia di salvaguardia dal rischio idraulico e di valorizzazione e gestione delle risorse idriche.
E l’assessore Rossi parla di un’operazione particolarmente importante “se si pensa al legame identitario del territorio calabrese con i circa 200 fiumi che hanno da sempre svolto funzioni di connessione ecologica e collante socio-culturale tra le comunità insediate, e alla necessità di interventi di prevenzione e messa in sicurezza di un regione caratterizzata, come noto, da una grave condizione di dissesto idrogeologico. Pertanto – afferma – l’assessorato regionale alla pianificazione territoriale ed urbanistica della Regione Calabria individua nei contratti di fiume uno dei vettori di riferimento per affrontare insieme alle comunità la sfida alla lotta ai cambiamenti climatici, all’inquinamento e alla siccità, per affrontare i conflitti locali e regionali di accesso all’acqua, per avviare la diffusione e sensibilizzazione della cultura dell’acqua e del paesaggio, con particolare attenzione alla costa calabrese, alle fiumare, ai corsi idrici e ai territori fluviali, contribuendo allo sviluppo locale”.
Sono 17 le Regioni che hanno riconosciuto con atti formali i Contratti di fiume, mentre è stato il Collegato ambientale ad inserirli nel Codice dell’ambiente. La Calabria compare tra le 13 le Regioni che hanno aderito alla Carta nazionale dei Contratti di fiume.
In questa logica, l’assessore Rossi sottolinea l’importanza di agire in modo prioritario per restituire al territorio il valore di bene collettivo del cittadino visto come l’“azionista”, il proprietario della cosa pubblica e non il cliente. “Pertanto – specifica -, occorre saper sostenere la promozione di pratiche partecipative che portino alla rimodulazione del sistema di welfare locale, anche tramite proposte di servizi leggeri di quartiere e assunzione di compiti da parte della cittadinanza. Laddove appare evidente che la qualità della vita assume un carattere fondamentale per innescare processi di sviluppo. Qualità della vita significa qualità ambientale (inquinamento aria, acqua, suoli; parchi e verde, ma anche telelavoro ed e.governament, etc.), ma anche qualità dell’istruzione, qualità sociale (il fenomeno della casa e dell’immigrazione, come dell’abusivismo immobiliare, fiscale, trasportistico, ecc.), qualità della sicurezza dei cittadini, qualità del lavoro (sicurezza, salute, ambiente, ecc.), qualità della salute, qualità organizzativa, per finire alla qualità dello sviluppo prescelto”.
Inoltre, il programma illustrato al Council of Europe meeting raffigura un Calabria ricca, che mette al centro la qualità della vita, definita dall’assessore Rossi con l’ossimoro: “velocità lenta”. “Sono ormai numerose le evidenze scientifiche – evidenzia – che dimostrano come la Calabria (l’intera regione) possa essere annoverata tra le ‘blue zone’ cioè tra le cinque aree del globo in cui le persone vivono più a lungo della media del pianeta. Al di là di queste situazioni eccezionali che hanno attirato le attenzioni dei media, anche internazionali (articoli su National Geographic, Washington Post, ecc.), il tema della longevità caratterizza l’intero territorio regionale. La presenza dei centenari (ed in particolare di quelli maschi) in Calabria risulta la più elevata rispetto all’intero territorio europeo. Le motivazioni profonde di questa ‘ricetta dell’eterna giovinezza’ sono ovviamente oggetto di ricerche che partono dalla genetica per approdare all’epigenetica, ovvero la branca della genetica che studia le modifiche del Dna indotte da fattori ambientali. Sono proprio questi ultimi che determinano l’eccezionale longevità dei calabresi: un mix prodigioso di ambiente, cibo e stile di vita. Una sorta di ‘cassetta degli attrezzi’ – così la definisce Rossi – dove le persone, il territorio, l’ambiente ed il paesaggio – sono parametri ed elementi essenziali per definire il volto di una Calabria migliore. E, sotto questo profilo i Piani d’ambito del Quadro territoriale regionale paesaggistico (Qtrp) ed i Contratti di fiume sono fasi centrali di una moderna azione amministrativa. I temi del territorio e del paesaggio – prosegue l’esponente della Giunta – passano necessariamente attraverso approcci interdisciplinari ed è di tutta evidenza che proprio questa circostanza impone di collegare le conoscenze che si hanno e le scelte operative che vengono compiute. È solo attraverso questo metodo, che determina come necessaria una reciproca condivisione, che è possibile far compiere alla politiche regionali destinate al Paesaggio un deciso salto di qualità. È necessario accrescere e stimolare una maggiore interazione tra i giovanissimi e i luoghi di appartenenza, siano essi spazi urbani, periurbani e rurali: tutti gli spazi della vita quotidiana e del territorio come fonte di benessere fisico e psicologico; il paesaggio della memoria, delle tradizioni e dell’integrazione tra culture diverse, la divulgazione della democrazia e del rapporto con le istituzioni. L’obiettivo del consumo di suolo zero, la valorizzazione di bellezze straordinarie ed il contrasto a fenomeni di allarmante degrado paesaggistico non possono essere lasciati ad iniziative, programmi ed azioni che non abbiano un carattere generale e condiviso. Bisogna mettere in rete risorse, conoscenze e strumenti per la condivisione di un nuovo marketing territoriale centrato su quel carattere identitario che per la Calabria possiamo definire “qualità della vita”. Attraverso tutto ciò – dichiara infine l’assessore Rossi – la Calabria si candida ed essere polo attrattivo nel Mediterraneo”.