enza bruno bossio

Il servizio di cronaca della RAI sul giro d’Italia relativo a Cetraro è una vergogna. Non ci sono altre parole per definirlo.

Addolora che il servizio pubblico possa cadere in così grossolani errori nella costruzione di “pezzi di colore” a prescindere dalla verità dei fatti.

Il Ministero dell’ambiente dell’epoca, nel 2009, dimostrò che la famosa “nave dei veleni” altro non era che un traghetto affondato durante la prima guerra mondiale da un siluro di un sommergibile tedesco.

L’inattendibilità del pentito di ndrangheta che aveva parlato della “nave dei veleni” a largo di Cetraro fu, tra l’altro, confermata dal Procuratore nazionale antimafia del tempo, Piero Grasso.

Come è stato possibile che la radiocronaca di uno degli eventi sportivi più importanti del nostro Paese e d’Europa sia stata infarcita da tante clamorose sciocchezze senza che il giornalista si preoccupasse di fare almeno una ricerca completa sulla rete ? Come è stato possibile che questo stesso cronista, preposto ad un fondamentale dovere di informazione sul servizio pubblico, non si sia posto il problema del danno che poteva procurare ad un territorio che vive di turismo e che proprio in questi giorni ha conquistato la bandiera blu ?

La Calabria ha tanti problemi, primo fra tutti quello dell’invadenza della criminalità organizzata sui suoi territori. Nessuno chiede di nasconderli. Anzi alla comunità nazionale e al mondo dell’informazione chiediamo sostegno ed aiuto nella lotta contro coloro che con la loro stessa presenza e invadenza, deturpano l’immagine e frenano la possibilità di sviluppo di una terra bellissima.

Ma non è tollerabile che gli sforzi di riscatto che faticosamente i suoi amministratori portano avanti, dai sindaci (che guarda caso sono sempre i primi obiettivi della prepotenza mafiosa) fino al Presidente della Regione Mario Oliverio (che ha impostato tutta la sua azione sulla difesa della legalità unita al rilancio della Calabria come terra di accoglienza) possano essere vanificati da servizi che non solo non valorizzano questi sforzi ma alimentano, sulle bufale, tutti i peggiori pregiudizi contro i calabresi.