enza bruno bossio

Sacko Soumayla, aveva ventinove anni e veniva da Mali, regolarmente residente in Italia, è stato ucciso sabato notte da un colpo di fucile che qualcuno ha sparato da lunga distanza in una fabbrica sequestrata per rifiuti tossici nella zona di San Calogero. Era con altre due persone rimaste ferite mentre erano alla ricerca di vecchie lamiere e altro materiale utile per costruire un riparo di fortuna, utilizzando loro malgrado materiali dannosi e malsani. Sacko invece viveva nel nuovo campo di S. Ferdinando, costruito attraverso i fondi della Regione Calabria. Sacko era un attivista sindacale, un ragazzo da sempre in prima fila nelle lotte per difendere i diritti dei braccianti agricoli sfruttati nella Piana di Gioia Tauro. Nel gennaio scorso era stato un incendio, divampato nel vecchio campo di S. Ferdinando a togliere la vita a Becky, nigeriana di 26 anni. È evidente, come queste situazioni disperate, nelle quali sono costretti a vivere questi giovani uomini e donne, tra pericoli per la loro incolumità, sfruttamento, abusi di ogni sorta, possano poi degenerare fino a far rischiare loro la vita e perderla in modi disumani. È assurdo che questi luoghi malsani, che non garantiscono le norme igenico-sanitarie, vengano tollerati dalla Prefettura e che un’accoglienza, come quella rappresentata da Riace, sia invece ostacolata e mal vista. Non è possibile morire così, come bestie, tra l’indifferenza generale ed è per questo che abbiamo deciso di organizzare, come gruppo parlamentare Pd nazionale, una delegazione che venerdì mattina faccia un sopralluogo a San Ferdinando e porti la nostra solidarietà al sindaco Lucano.