costaDinamico, preciso, a tratti ironico, il saggio di Pasquale Hamel, Costanza d’Altavilla. Biografia eretica di un’imperatrice edito da Rubbettino, fa riemergere dal passato medievale di una Sicilia dorata, culla della cultura mediterranea, una delle donne divenuta simbolo per la lotta al potere: Costanza d’Altavilla, regina del Regno di Sicilia e imperatrice del Sacro Romano Impero.

Un potere legittimo, in quanto erede diretta al trono, ma soprattutto in quanto donna, sebbene la sua figura sia stata risucchiata da continui vortici storiografici che hanno tentato di offuscarne la grandezza, tanto che della prima parte della sua vita poco o nulla si conosce.

È un minuzioso excursus storico in cui il saggista ridà voce a colei, che a sua volta donò, otto secoli orsono il tesoro più prezioso per la storia meridionale, lo stupor mundi Federico II. Un saggio biografico quello di Pasquale Hamel in cui denuda e smonta letteralmente i personaggi che hanno caratterizzato la vita di Costanza, immedesimandosi con le emozioni e i sentimenti da essi provati tramite uno stile empatico e accattivante. E in particolare di Costanza, l’autore ci fornisce un quadro preciso dipinto con vivaci colori e che ritrae una donna risoluta, orgogliosa e addirittura una “madre così poco compresa nel suo ruolo” che sembra mettere da parte il proprio figlio per la scalata al potere.

Scorrendo le righe del saggio si ha la sensazione di immergersi in un vero e proprio romanzo fatto di leggende, miti, complotti, trattati e lotte col papato: Hamel narra infatti con estrema precisione gli eventi che hanno preceduto e seguito l’ascesa al trono di Costanza d’Altavilla. Ne sottolinea la caparbietà, caratteristica degna del suo nome e la fierezza di una donna che decide di riprendersi ciò che è suo per diritto di nascita, distaccandosi dalla concezione matrimoniale che la vede legata a Enrico Hohenstaufen di Germania, figlio di Federico Barbarossa.

Pasquale Hamel dunque fornisce una straordinaria analisi storiografica, in cui le testimonianze che hanno fatto dei re, come Guglielmo II, figure leggendarie, per questioni politiche o semplicemente per simpatia, sono sezionate con l’intento di mostrare donne e uomini in quella che probabilmente era la loro vera natura.

La povertà di documenti riguardanti Costanza d’Altavilla non ha comunque impedito ad Hamel al stesura di un’opera che potrebbe definirsi magistrale. Si tratta infatti di un saggio che conduce la mente in una vera e propria immersione nelle strade e nei regni di un’Italia meridionale dove ancora riecheggianti sono le voci dei re e vividi i profumi e i colori di uno glorioso meridione, patria di figure che hanno dato alla storia una piega rivoluzionaria.

Cristina Caminiti